(In apertura: foto di Enrico Simonetti)
Si è da poco concluso l’ultimo ciclo di esercizi fotografici (a breve il nuovo). Solitamente funziona così: viene inviata una fotografia che bisogna provare a rifare, ragionando su tutto quello che riguarda l’atto fotografico (composizione, punto di ripresa, luce, tecniche applicate, post-produzione, simbologie…). Per l’ultimo appuntamento ho dato come input una frase e non un’immagine, cambiando leggermente il format. In un questionario ho chiesto di descrivere la “fotografia mentale” generata dopo la prima lettura della frase stessa.
Perché la frase
L’idea mi è arrivata la sera prima durante un concerto di un cantautore italiano, Colombre. Non avevo mai sentito dal vivo la canzone “Allucinazioni”, dedicata al grande Mirko “Zagor” Bertuccioli, una delle due anime dei Camillas, scomparso prematuramente nel 2020.
Ecco la frase:
Differenze tra input
Se si ha un’immagine da rifare si ha un binario “certo” da provare a ripercorrere (pur con le dovute differenze. Per esempio, se nella foto di riferimento ci sono delle finestre bianche, in quella di chi partecipa alla sfida non devono per forza essere di quel colore). Una frase invece offre una miriade di chiavi di lettura possibili. Prova ne è l’eterogeneità delle fotografie ricevute: chi ha “affidato” la frase a un soggetto presente nella foto, chi invece ha tenuto la comunicazione “in prima persona”, mettendosi nei doppi panni di fotografante e pensante.
Una galleria con alcune delle fotografie ricevute (ordine casuale)
Articolo di Luigi Mazzucchi.